Mirabolanti invenzioni visive che catturano il nostro sguardo adulto con lo stesso magnetismo che ci rapiva da piccoli. Qualsiasi spettatore concorderebbe con tale definizione dei cartoni animati. Ma che cosa stiamo guardando quando scorrono davanti a noi? E a quale forma di esperienza possiamo accedere attraverso questi eventi sensoriali, rispetto al cinema dal vero? Se lo chiede Andrea Tagliapietra, mentre si lascia guidare dallo stupore che fa sgranare gli occhi al filosofo come al bambino. Troppo innamorato dei cartoons per ridurli a semplici occasioni di esercizio didascalico della riflessione, perlustra la loro dimensione caleidoscopica nelle vesti variopinte del mitologo, dello storico delle idee, dellantropologo e del filosofo morale: una festa del pensiero, a cui tutti siamo invitati.
Festiva infatti la tonalit dominante dellanimazione, al di l dei personaggi e delle vicende che inscena, dei temi che agita, delle tipologie che adotta e della visione del mondo che esprime, irenica o conflittuale, rassicurante o apocalittica. Gli invulnerabili corpi senza organi in azione sullo schermo esaudiscono, nel cuore della contemporaneit e con tecniche ultraraffinate, lantichissimo desiderio magico testimoniato da una miriade di miti, leggende e tradizioni folkloriche di animare linanimato, infondere vita nellinorganico, dotare di linguaggio gli esseri che non parlano, spezzare le barriere tra uomo, animale e vegetale. N persone, n cose, le figure semoventi dai colori saturi, incantevolmente innaturali, rivendicano uno statuto di realt che scalza labituale immobilit degli oggetti e risarcisce il ruolo secondario, derivato, che la metafisica occidentale ha riservato allimmagine in quanto rappresentazione di qualcosaltro. Nella loro dignit assoluta e concreta singolarit di immagini prive di originale, i protagonisti dei cartoni animati conducono unesistenza pirotecnica che rende plausibile limpossibile, al ritmo spesso sincopato che ne legittima la qualifica di jazz visivo. Ogni infrazione contemplata: linosservanza delle leggi fisiche, innanzitutto, ma anche delle condotte biologiche, con linsurrezione individualistica degli insetti sociali per antonomasia, ossia lape e la formica, o la formazione di combriccole allegramente transpecifiche; la permeabilit dei registri temporali, a loro agio sia nellintemporale delle fiabe, sia nella quotidianit, sia negli estremi della preistoria e della poststoria, segnati entrambi dalla catastrofe; la trasfigurazione antropomorfa di animali e macchine; lesasperazione iperbolica dellantagonismo di coppia tra cacciatore e preda; il rovesciamento del bestiario, con il topo al posto donore. Unal di qua e al di l dellumanoche finora nessuno ha saputo cartografare meglio di Tagliapietra.
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